martedì 29 giugno 2010

Uno, nessuno e More


C'è chi ritiene che io mi impegni a criticare e chi ritiene che io non sia nemmeno capace di fare ciò, comunque tutti condividono l'idea che il Programmatore 2.0, che è in me, sia capace soltanto di diffondere, come goccioline di saliva durante la pronuncia di certe consonanti, umide parole sulla faccia degli altri.



È vero! La salivazione abbondante, parimenti alla verve dialettica, è una prerogativa di un bravo Programmatore 2.0.
Le parole umide si appiccicano bene ai volti degli altri, dipingono, come acquarelli, nuovi tenui colori alle emozioni espresse e risvegliano l'attenzione dell'interlocutore bagnato.
Una parola ben sputacchiata1 apre un varco diretto nella comunicazione, affronta il messaggio in modo efficace e sollecita una reazione di chi ci sta davanti; ecco, dunque, che, anche se le mie “critiche” possono sembrarvi scialbe, la mia capacità di sputacchiare compensa questa lacuna e mi da la certezza di “colpire a segno”.


Questa tecnica è così efficace che, davanti ad uno specchio, le mie umide parole rimbalzano sul mio viso colpendomi. L'ultima autocritica che mi sono sputacchiato addosso, ha ucciso ore e ore di lavoro riposte dentro il mio famigerato cassetto da programmatore.



La salma: moreWindows

L'umanità si sarebbe potuta arricchire di “moreWindows”2 (un Windows Manager scritto in javascript per Cloud Applications) se non fosse intervenuta la mia umida autocritica.
Qui potete vedere una dimostrazione della versione alpha3 di questo mio defunto applicativo:




Il suo scopo era quello di apportare ricchezza e potenza all'interfaccia di un ERP (Enterprise Resource Planning) che sto sviluppando.
Come molti programmatori, mi sono lasciato trasportare dai Wow nocivi di chi scrive codice; mi sono lasciato guidare dalla mia esaltazione, dalla ricerca dei limiti, dal “Wow, guarda cosa riesce a fare!”, dimenticando sui bordi della strada il punto di vista dell'Utente; dimenticando che una GUI (Graphical User Interface) non deve essere vestita dall'esuberanza di un programmatore, ma deve trasdurre nel modo più semplice, immediato ed efficace la comunicazione tra Uomo e Macchina.
moreWindows stava per donare una mostruosa ed esuberante architettura grafica che avrebbe portato l'utente a sentirsi piccolo e incapace come, purtroppo, spesso capita con tanti applicativi.

Ebbene, le mie umide parole hanno colpito anche me: ho buttato via tutto e mi sono ripromesso di creare un Software che non imponga le sue esuberanze ma che assecondi le esigenze e l'approccio dell'utente.
Ovviamente, per un Programmatore, questo è un compito ancor più difficile.



...la semplicità alle volte è il passo più difficile!




Note:
1 Attenzione, la “leccata”, benché anch'essa possa bagnare il volto dell'interlocutore, non è assolutamente assimilabile alla “sputacchiata” in termini di performance comunicative
2 moreWindow è un codice javascript che si appoggia al framework Mootools, scritto per trasformare una comune pagina “web” visualizzata sul proprio Browser, in un ambiente a “finestre” come i Sistemi Operativi ci hanno inculcato.
3 Beh, non sono stato così stupido da completare l'opera andando oltre l'alpha che avete visto

1 commento:

  1. Bravo , fa piacere sapere che il tuo livello d'eccitazione nella presentazione del Tuo software ti faccia bagnare e bagni pure gli altri ...a casa guarderò il video con zoom+ zoom+ perchè non si vedeva un ca..cmq bravo in anticipo.Ciao!

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