martedì 30 novembre 2010

Quando è il cestino ad essere immondizia


Informaticamente parlando in tono informale, vi confesso che il Cestino è una funzionalità etichettata1 con 3 i: inutile, ignorata e ignobile.
Diciamocelo pure che il suo omologo reale, la pattumiera di casa, è soltanto un transito per finire nella discarica, e a nessuno verrebbe in mente di utilizzarlo come contenitore per dare la possibilità di recuperare del pattume dopo un ripensamento.



Ma quel trash informatico ha acquisito da subito un importantissimo effetto placebo: ci fa sentire sicuri e rilassati durante l'utilizzo del computer. Ed ecco perché è stata etichettata con le 3 i: a livello di programmazione è sufficiente impegnarsi a mostrare una “sciccosa” pattumiera iconizzata sul desktop o dock.

Però...
Io sono una persona sicura di sé, quando elimino i file uso la scomoda combinazioni di tasti, Maiusc+CANC, per gettarli direttamente nella discarica (l'oblio dei byte /dev/null)... ma con il tempo mi sono rammollito e il mio cestino si sta gonfiando per la decomposizione di giga stoccati dietro un'icona che potrebbe essere rappresentativa della nostra epoca.
I terabyte del mio computer, che ben riflettono l'opulenza di questa era, mi fa sembrare un'inutile sforzo cercare l'opzione svuota cestino, così la montagna artificiale di “monnezza” si alza di giorno in giorno, fino a quando, un giorno, ci verrà a trovare Caronte per traghettarci laggiù.

Quel giorno, per me, è arrivato; con il file manager aperto su una cascata di directory, SitoA, SitoB, SitoC, SitoD..., scopro di aver cancellato erroneamente il file index.html sbagliato.
Caronte è arrivato con un traghetto a vapore2.
La traversata dell'Acheronte è un viaggio di riflessione; i miei pensieri, all'ombra dell'immensa montagna che si staglia all'orizzonte, vanno alla ricerca dell'ultima volta che ho svuotato il cestino: mai.
Do una generosa mancia a Caronte mentre gli dico: «Caro3 aspettami per il viaggio di ritorno. Vado e torno!», ma il suo buio sguardo non mi rassicura.
Scalo la montagna di rifiuti ordinata in ordine alfabetico crescente e quando giungo all'altezza della ind.. trovo, ovviamente, 52 file con il medesimo nome.
E qui scopro il peso delle 3 i: i programmatori del mio Desktop Environment hanno trascurato, ignorato e snobbato l'utilità del cestino e si sono palesemente affidati al mero effetto placebo tanto da non sviluppare alcunché dentro quella tolla4 disegnata con un'impegnativa abilità grafica.
Mi si fa chiara l'ombra dello sguardo di Caronte: nulla qui mi aiuta, non c'è segnata alcuna data di cancellazione, il percorso originario del file... non c'è nessun suggerimento per capire quale file dovrei ripristinare. Per fortuna, la disperazione che rimbalza nella mia scatola cranica, scopre il ricordo riposto di aver conservato un vecchio backup nel server. Corro lontano da quella montagna, non prima di aver incendiato quell'inutile ammasso di byte, e mi rifugio nelle braccia del mio backup.


Cosa mi fa arrabbiare?
KDE 4 sta giocando con i plasmoidi trascurando i servizi base.
Gnome 2.32, dopo 14 anni, annuncia, come se fosse una novità del secondo millennio, che:
Quando si visualizza il contenuto del cestino è presente un nuovo pulsante nella barra di informazioni che consente di ripristinare i file selezionati. Nel cestino sono inoltre indicate la posizione originale del file cancellato e la data in cui è stato cancellato.

Ehi, dove sono le novità e i servizi utili che trasformerebbe il cestino in qualcosa di utile?
Io non voglio un elenco arido di tonnellate di file, vorrei poter visualizzare/cercare i file cancellati in base a dei criteri logici (cronologia di cancellazione, tipologia di file,...), delle funzionalità che mi aiutino a gestire quella discarica, come potrebbero essere, ad esempio: svuota i file più vecchi di XXX, svuota i file più vecchi di XXX automaticamente, recupera i file (selezionati, o conformi ai criteri di una ricerca) in una cartella di destinazione specificata, ecc...


Sono esigente? 
Sono figlio del 2.0, dove quel 2 sta a indicare che i ruoli sono cambiati: non è più l'utente che deve capire e adattarsi al computer.



Note
1 nella guida Gambero Rosso dei programmatori
2 anche lì i tempi cambiano
3 Caro, diminutivo di Caronte
4 è una forma espressiva per indicare una latta, barattolo metallico...

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